Le plastic cards crescono nelle economie emergenti e arretrano nei Paesi occidentali in difficoltà. Come spiega Finanza&Mercati, dal 2008 al 2010 l’India ha avuto un incremento percentuale superiore al 50 per cento sfiorando i 246 milioni, in Cina la crescita del 34 per cento ha fatto lievitare il numero delle carte di pagamento in circolazione verso i 2,5 miliardi di pezzi. Inoltre, la crescita a doppia cifra c’è stata anche in Brasile con il 22 per cento e 628 milioni di carte, in Russia con il 21 per cento, in Messico, Turchia e Sud Africa ( 9,7% e 57,8 milioni di carte). "Nel nostro Paese è in atto una riduzione del numero delle carte di credito classiche e revolving, ma non delle carte di debito, ovvero dei bancomat. Contemporaneamente sono aumentate le transazioni e il loro controvalore medio. Un trend positivo confermato nel 2011 e che dovrebbe proseguire nel 2012 sulla spinta delle disposizioni antievasione decise dal Governo italiano che incoraggiano l’uso della moneta elettronica abbassando a mille euro la soglia dei pagamenti in contanti". L’Italia resta comunque un Paese dove l’utilizzo delle carte di pagamento è ancora basso rispetto ad altri. "L’uso del contante costa 10 miliardi al sistema Paese ma l’Italia resta comunque il paese del contante con il 90 per cento delle transazioni contro una media dei principali paesi europei di circa il 70 per cento. Per superare questa barriera culturale basterebbe pensare ai maggiori costi che comporta la circolazione del denaro contante. Si deve tener conto del personale, che potrebbe essere impegnato in altre funzioni, dell’impiego di furgoni portavalori, della contazione del denaro, delle scorte necessarie e dei sistemi di sicurezza. A tutto questo si aggiungono le coperture assicurative e le spese per la manutenzione di strumenti e apparati per la gestione del contante stesso (Atm, self services, ecc…)".
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