A Firenze un commerciante su cinque non batte gli scontrini, a Lecce 479 esercizi su 996 fuori regola, a Milano evade un negozio su tre, a Bari 38 negozi su 90 multati e ben 14 chiusi per un mese… e la mancata emissione dello scontrino porta a una multa di 516 euro che, se si ripete per quattro volte nell’arco di cinque anni, può portare all’abbassamento forzato della saracinesca. Ma se uno ha un suo bel gruzzolo da investire e non si fida del mattone per l’Imu o dei bond tanzanesi, ecco il business su cui puntare: l’industria dei cosiddetti prodotti fiscali. Ovvero i produttori e i rivenditori di rotoli di scontrini, blocchetti di ricevute, bolle di trasporto e registri che stanno facendo affari d’oro. Saranno i blitz della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate ma le vendite sono letteralmente schizzate verso l’alto: nel primo trimestre di quest’anno tra gli operatori del mercato si registra un incremento delle vendite dei prodotti fiscali del 14 per cento rispetto al primo trimestre dell’anno scorso. Il tutto tenendo conto della crisi e della decrescita del nostro prodotto interno lordo che segnerà quest’anno un meno 1,2 per cento. Prima di tutto ci sono le estetiste che fanno la fila nelle cartolerie e nei negozi di prodotti per ufficio per acquistare blocchetti di ricevute fiscali: più 58 per cento. Seguono gli ambulanti a più 32 per cento, gli alberghi a più 32 per cento anche loro, le attività artigianali e commerciali a più 23 per cento, quelle destinate ai barbieri più 17 per cento. Insomma, chi ha due risparmi da parte ci pensi.
Eventuali aggiornamenti...
Nessun commento:
Posta un commento