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lunedì 12 novembre 2012

Paypaljob.blogspot.com: La casa 1300 volte più grande della tua e la terza via all’uguaglianza

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La casa 1300 volte più grande della tua e la terza via all'uguaglianza
Nov 12th 2012, 07:20

Di recente, Antonio Polito sul Corriere della Sera ha raccontato come le disparità abbiano smesso di essere uno stimolo per lo sviluppo e stiano invece diventando un ostacolo alla crescita. Della disparità: "Prima della crisi nessuno se ne lamentava. Non c’erano Indignados nelle piazze europee, né Occupy Wall Street in quelle americane. L’economia mondiale stava crescendo a ritmi mai conosciuti prima: e a chi sta meglio, e può ragionevolmente sperare che i figli stiano ancora meglio, importa fino a un certo punto se sta peggio rispetto ai ricchi". Anche perché la disuguaglianza non è mai mancata a questo mondo, nelle società preindustriali ce n'era in abbondanza pure all'interno della stessa classe sociale: "La vera novità, dai tempi di Reagan e Thatcher in poi, è stato in realtà il forte aumento della disuguaglianza tra le classi e all’interno della stessa nazione. L’1 per cento degli americani più ricchi si divide oggi una fetta del reddito nazionale raddoppiata rispetto al 1980: dal 10 al 20 per cento. Lo 0,01 più ricco, sedicimila famiglie, l’ha addirittura quadruplicata, da poco più dell’1 per cento a quasi il 5. Se nel 1889 George Vanderbilt II poteva farsi costruire un castello 300 volte più grande della media delle case dei suoi connazionali, oggi Mukesh Ambani, miliardario indiano, può tirar su una casa-grattacielo di 27 piani, 1.300 volte più grande degli standard di Mumbay". Quello che occorre considerare in realtà, spiega Branko Milanovic autore del libro Chi ha e chi non ha, è che la disuguaglianza è come il colesterolo: "c’è quella buona e quella cattiva. E quella cattiva comincia nel punto, piuttosto difficile da individuare, in cui smette di essere uno stimolo ad eccellere e diventa una rendita di posizione: da fattore di crescita si trasforma così in ostacolo all’efficienza economica. Oggi molti sostengono che si è varcato quel punto". La crescente disparità di reddito è stata in questo senso coperta dai tentativi di compensazione attraverso un maggiore accesso ai consumi che ha portato alla crisi americana del debito privato e  a quella dei debiti pubblici in Europa. Al punto che perfino un giornale come l'Economist si è mosso per proporre una specie di Terza Via tra la destra che protegge la rendita e la sinistra che sogna più tasse: "Il programma di questo True Progressivism prevede un forte attacco antitrust ai monopoli, a quelli che nell’Ottocento si chiamavano robber barons perché si arricchivano con la concorrenza sleale; lo spostamento del welfare da trasferimenti che ormai premiano le classi medie (agevolazioni fiscali, incentivi, sussidi) a servizi che davvero aiutino il riscatto dei poveri (istruzione prima di tutto); e la riduzione del peso del fisco sul lavoro, finanziata con risorse provenienti dall’evasione e dai redditi da capitale". Insomma la disuguaglianza la si cura con la crescita, con la migliore approssimazione possibile alla parità dei punti di partenza, con il riequilibrio degli eccessi alla Ambani. Il tutto partendo dalla dura lotta all'evasione anche attraverso il contrasto ai danni del denaro contante.

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