Wired incontra i co-fondatori di Jusp Jacopo Vanetti e Nicola Saponaro di Jusp, la start up italiana per i pagamenti in mobilità anche dal bancomat e con tutti i tipi di telefono e tablet. Le prime domande affrontano la questione del confronto con Square e iZettle: "Volevamo fare qualcosa nel mondo dei pagamenti e siamo andati negli Stati Uniti a studiare il lotro business. Abbiamo fatto del reverse engineering sul loro prodotto e l'abbiamo modificato per adattarlo agli standard europei, che richiedono l'uso del chip al posto della banda magnetica. Il chip inoltre garantisce maggior sicurezza, perché al momento utilizza un sistema di crittografia punto-punto che non è ancora stato bucato e che è necessario usare per lavorare con le banche europee. Square non può gestire i pin, quindi esclude di fatto le carte di debito come i bancomat. Quelli di iZettle propongono invece una connessione tramite la presa dock dell'iPhone, limitandosi quindi a questo prodotto. Inoltre accettano solo carte di credito con firma. Puntano quindi a una nicchia, mentre noi tramite la connessione via jack audio guardiamo a tutti i dispositivi mobili. Jusp non è un card reader, è proprio un pos che sposta dei soldi seguendo certi parametri secondo standard certificati. Questa è un'altra differenza fra noi e Square e iZettle, che invece sono card reader".
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