Donato Masciandaro è professore di Economia e direttore del Centro Paolo Baffi dell’Università Bocconi. Con il procuratore Pier Luigi Vigna e il giurista Giovanni Fiandaca ha elaborato il 'codice antimafia' per le imprese. E lavora sull'effetto stigma, ovvero il danno di un Paese alle prese con le black economy: "Servono regole, importiamole dall’Europa. Tra il 20 e il 30 per cento della nostra economia è almeno in parte illegale: significa che quella illecita è endemica, diffusa. Per noi c’è una sola speranza: importare capitale civile, quindi regole, dagli altri paesi europei. La nostra possibilità è essere sempre più agganciati all’Europa. Dobbiamo essere costretti a fare leggi efficaci contro la corruzione, il contante, l’economia sommersa". Ciò che occorre considerare è "Il legame fra corruzione e crescita: più un Paese è corrotto più saranno ridotti gli investimenti dall’estero. Inoltre, conta il rapporto fra corruzione ed economia sommersa, due fattori che crescono assieme". Una via d'uscita? "Per esempio la guerra al contante. Come mai in Italia abbiamo tante difficoltà a eliminare il contante? Anche i tentativi del governo Monti sono osteggiati. La ragione è semplice. Il punto è che un terzo trasversale del nostro Paese è contro la trasparenza e la maggiore legalità del sistema. Abbiamo un basso capitale civile, nel senso della propensione al rispetto delle regole. E abbiamo una zona grigia del sistema economico che è trasversale ed è fatta di persone che appena possono finiscono nel sommerso oppure l’accettano".
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