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lunedì 2 luglio 2012

Paypaljob.blogspot.com: La banca al supermercato e la banca della gente

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La banca al supermercato e la banca della gente
Jul 2nd 2012, 06:05

Quel leggero accenno di sfiducia da parte del consumatore italiano nei confronti delle banche, appena un alito, sta cominciando a spingere verso nuove ridefinizioni nella mappatura dell'intermediazione sul denaro. Sarà perché le banche hanno smesso di fare le banche, ovvero di prestare i soldi quando servono e in modo accessibile, oppure sarà perché la crisi ci muove tutti quanti verso modelli di comportamento consolidati (anche se al giorno d'oggi assolutamente irreali) come le relazioni umane con il pizzicagnolo sotto casa. O, forse, viene facile credere che il business del cibo sia più sicuro si quello degli sportelli bancari, fattostà che le grandi catene di distribuzione si stanno trasformando in veri e proprie filiali. Un modello già da qualche anno diffuso in alcuni paesi europei, come ricorda Repubblica: "In Gran Bretagna per esempio il popolare Mark & Spencer aprirà nei prossimi due anni 50 filiali della M&S Bank in tutto il Paese, offrendo conti correnti, mutui, prestiti. Un’evoluzione della già esistente M&S Money, di proprietà della HSBC, che dal 1985 offre servizi finanziari ma limitati. Anche Sainsbury ha la sua banca e divide i profitti (16 milioni di sterline) che derivano da prestiti, carte di credito, conti di risparmio del suo milione e mezzo di clienti con la Lloyds Banking Group.Stesso discorso per l’altra grande catena inglese, Tesco, che però è andata oltre, rilevando per 950 milioni di sterline nel 2008 la joint venture finanziaria con la Royal Bank of Scotland che durava dal 1997. L’obiettivo ora è introdurre nei prossimi mesi una valida offerta di mutui e prestiti, fino ad arrivare il prossimo anno ai conti correnti". Nel nostro paese la questione è più alle prime armi, però in grande fermento: "La prima banca da supermercato in Italia ha i colori dei cugini d’Oltralpe. Non uno sportello virtuale ma delle vere e proprie filiali, 23 inaugurate a fine 2011 e altre 7 da aprire entro la fine dell’anno, con sportelli fisici, autorizzazioni della Banca d’Italia e la possibilità di dare prestiti, finanziamenti, mutui. Si chiama Banca Carrefour, fa parte del gruppo omonimo, e ha scelto l’Italia, dopo la Francia, come primo Paese in cui sperimentarsi (in patria in vent’anni ha già raccolto 1,6 miliardi di euro da 2,5 milioni di clienti), puntando sia su tassi vantaggiosi sia sugli orari no-stop del centro commerciale, con aperture fino alle 22, anche la domenica". Si muove anche Auchan con una finanziaria controllata, Banque Accord. E si muove soprattutto  la Coop, la catena di supermercati tutta italiana: "I soci possono aprire un libretto di prestito (definito prestito sociale) presso qualsiasi punto Coop, depositando fino a 33mila euro: 11 miliardi gli euro depositati da poco più di un milione di soci (la media è di 9.800 euro)". Resta da capire, ora, come si muoveranno le banche di fronte a questo modello cibo-denaro, senza dimenticare i piccoli ma importanti esperimenti di finanza sociale con la sperimentazione delle prime banche di proprietà delle persone che ci mettono dentro i soldi.

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