Tempi di crisi e, come spiega il Corriere della Sera citando gli ultimi dati del Cerved: "Nel primo trimestre del 2012 sono oltre 21 mila le società alle quali è stato protestato almeno un assegno o una cambiale: il dato segna un deciso aumento rispetto allo stesso periodo del 2011 (8,1 per cento) ed è di quasi un terzo maggiore della media dei trimestri pre-crisi". Ed ecco che rispunta la vecchia cambiale. "Sono soprattutto i piccoli imprenditori, in difficoltà per il ritardo nei pagamenti (della pubblica amministrazione o di altre imprese) e per la stretta nella concessione del credito da parte delle banche, a riscoprire uno strumento che sembrava ormai superato dai tempi". Lo racconta un sondaggio effettuato dall’agenzia Adnkronos: quattro piccoli imprenditori su dieci dichiarano di averne firmata una nell’ultimo anno e sei su dieci ritengono possibile il ricorso alla cambiale nell’arco del prossimo anno. "Il ritorno della cambiale è confermato anche da chi, nel mondo del credito, lavora da anni e anni. Quello che piace della cambiale oggi è che, essendo un titolo esecutivo, permette lo scatto immediato del protesto in caso di mancato rimborso del debito: una procedura più veloce rispetto ad altri strumenti finanziari. Insomma, pagherò e tratta vengono in aiuto di chi non si fida più di tanto del proprio debitore".
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