"La promessa è allettante: far risparmiare alle famiglie 2mila euro all’anno e allo Stato una cifra che varia, a seconda dei calcoli, da 4 a 13 a 19 miliardi". Questo è, in sostanza l’impegno preso dal governo il 4 ottobre con il via libera all’Agenda digitale. Ma, come spiega l'Espresso, la questione è ancora piuttosto controversa: "Le precedenti esperienze di carta d’identità elettronica sono state disastrose e sono ancora in alto mare aspetti fondamentali, a partire da come si dovrà produrre il nuovo documento e con quali servizi annessi. Ma anche i bandi di gara per le smart cities (tecnologie per rendere le città più efficienti e ordinate)" non sono ancora molto chiari. Inoltre: "Se siamo tra quei circa tre milioni di italiani non raggiunti da reti Internet a banda larga? La buona notizia è che ci sono già i fondi per risolvere il problema entro dicembre 2013". Grazie ai bandi di gara, le risorse pubbliche incentiveranno gli operatori a mettere la banda larga laddove ora manca. "I fondi stanziati serviranno anche a dare Internet alle scuole e a supportare una rivoluzione digitale, per ora nella testa di Francesco Profumo: diffondere tablet, computer, e-book nelle classi". Se la Pa comunicasse e lavorasse solo in digitale, ridurrebbe il deficit italiano di 19 miliardi, secondo la School of Management del Politecnico di Milano. Ma "Molte norme non hanno tempi certi e vincolanti per costringere la Pa a passare al digitale. Gran parte dei provvedimenti del decreto non stabiliscono un termine di passaggio ai digitale, quindi è forte il rischio di rinvii". La sfida sarà superare le inerzie della nostra Pa. "Ci vorrà un programma di formazione dei nostri funzionari pubblici e forti piani attuativi delle misure".
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