Una ricerca della School of Management del Politecnico di Milano riporta come l'Agenda Digitale possa consentire di risparmiare 20 miliardi di euro e di generare 5 miliardi di nuove entrate per la Pubblica Amministrazione in un triennio. L'eProcurement nella PA arriverebbe a produrre risparmi per circa 7 miliardi di euro all'anno: a oggi solo il 5 per cento degli acquisti è digitale mentre si potrebbe arrivare in fretta a un 30 per cento. La fatturazione elettronica taglierebbe costi per 5 miliardi di euro all'anno, sia per la pubblica amministrazione che per i privati. I pagamenti elettronici genererebbero risparmi per circa 0,6 miliardi di euro all'anno con il 30 per cento di questi servizi applicati su Imu, Ici, Tarsu, Multe e Bollo Auto. Per quanto riguarda i pagamenti elettronici verso gli esercenti, le maggiori entrate fiscali ammonterebbero a circa 5 miliardi di euro all'anno: anche qui, la soglia da raggiungere per la tracciabilità dei pagamenti con carta sarebbe quella del 30 per cento. Segue poi la dematerializzazione e l'innovazione digitale nei processi della PA che comporterebbero tagli per circa 15 miliardi di euro all'anno (la ricerca prevede un 10 per cento di crescita della produttività del personale). Infine, un ruolo importante sarebbe affidato alle start-up, in grado di far crescere il Pil per circa 3 miliardi di euro in dieci anni, partendo da un investimento di 300 milioni.
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