Secondo una ricerca presentata ieri al Consumers’ Forum di Roma, il 55 per cento degli italiani pensa che i costi del sistema delle carte di pagamento gravino sui consumatori più che su banche e commercianti. L’indagine, che è stata condotta su un campione di oltre mille persone rappresentativo della popolazione italiana tra i 18 e i 54 anni, ha analizzato alcuni aspetti finora poco esplorati del rapporto tra i consumatori e le carte di pagamento focalizzandosi, in particolare, sui costi del sistema e sui timori rispetto a un possibile cambiamento della situazione. Se, per esempio, a diminuire fossero le commissioni su carta a carico dei commercianti, il consumatore temerebbe, nel 79 per cento dei casi, che alla fine questa differenza non andrebbe a suo vantaggio ma che, anzi, il riequilibrio delle tariffe finirebbe per colpirlo. La percezione comune, insomma, è che una riduzione della commissione interbancaria si rifletterebbe in costi più alti per i consumatori che richiedono la carta (62 per cento degli intervistati). Alcuni (20 per cento) credono infine che una diminuzione dei costi avrebbe conseguenze negative sulla sicurezza del sistema nel suo complesso. Se le carte diventassero sensibilmente più care, il consumatore tornerebbe a usare in modo massiccio il contante (71 per cento) o andrebbe a ridurre il numero di carte possedute (72 per cento). Ma se si riuscisse a dimostrare che il contante ha costi sociali ed economici maggiori delle carte, circa la metà degli intervistati tornerebbe a utilizzare più le carte del cash.
L’articolo La carte costano più al consumatore che ai commercianti e alle banche sembra essere il primo su War on Cash.
Eventuali aggiornamenti...
Nessun commento:
Posta un commento