Il Sole 24 Ore Nòva torna a parlare del bitcoin, una delle più ingegnose monete virtuali: "A differenza di quelle create nel mondo dei videogiochi, che hanno una circolazione limitata ai patiti dei Mmorpg (Massively Multiplayer Online Role-Playing Games), i bitcoin hanno l’ambizione di essere una vera moneta". L’attrattiva principale, secondo chi ha creato il bitcoin e lo sostiene, è il fatto che questa moneta viene "sottratta al capriccio delle autorità monetarie. Ma la mancanza di controlli, il decentramento caratteristico di internet, una ragnatela che non ha centri direzionali, è anche la sua grande debolezza: lascia spazio ad abusi". Non arriverà mai ad avere la massa critica necessaria per essere una vera moneta, perché l’utente medio avrà sempre paura che si creino raggiri e rapine elettroniche. "Tentativi più utili di creazione di monete virtuali sono quelli che si risolvono in forme sofisticate di baratto. Una moneta creata in Italia con un nome islandese (dropis, che vuol dire gocce) ambisce a masse critiche più modeste consentendo a chi voglia mettere a disposizione i propri servizi a favore di altri membri della comunità dropis di scambiarli con altri servizi o altri beni". Il motore di queste iniziative è la disoccupazione: "chi non trova lavoro, ma ha braccia e cervello, può offrire i propri prodotti o i propri servizi on-line e pagare il conto al macellaio (membro dropis anche lui) usando dei crediti accumulati con il proprio lavoro in favore del macellaio stesso o di altri membri del gruppo".
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