Luca Frigerio, presidente di Federgioco, l’associazione che comprende le quattro case da gioco italiane e amministratore unico del Casinò di Saint-Vincent in Valle d’Aosta ha commentato sul Corriere della Sera i dati del primo trimestre 2012 relativi a questo settore che testimoniano una raccolta complessiva in picchiata: i 4 casinò italiani segnano ricavi per 85,1 milioni di euro contro gli 111,6 milioni del primo trimestre dell’anno passato. A incidere, oltre la profonda crisi economica che per forza di cose riduce i consumi voluttuari, sono anche le recenti misure del decreto Salva Italia del governo Monti, che ha abbassato la soglia di tracciabilità del contante a mille euro: "Una mazzata per il nostro giro d’affari perché colpisce soprattutto la parte irrazionale e istintiva del giocatore, la componente decisiva di ogni puntata. Così siamo costretti a pagare in assegni e non in moneta contante un’eventuale vincita e demotiviamo chi tenta la fortuna". La misura governativa si giustifica in ottica anti-riciclaggio, ma: "è una misura anti-concorrenziale nei confronti delle case da gioco estero, che invece hanno soglie di tracciabilità più alte (dai 2.500 ai 5mila euro)". È anche vero che le case da gioco pagano la concorrenza dei casinò on-line e dell'infinita proposta di giochi d’azzardo legalizzati dallo Stato e fruibili ovunque e in qualunque momento.
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