Giorno-Carlino e Nazione tornano a parlare di Jusp: "Il dispositivo che trasformerà i cellulari in Pos, vale a dire nell’equivalente dei voluminosi scatolotti che troviamo alle casse del supermercato. Un gioiello tecnologico frutto del genio di due venticinquenni lombardo-piemontesi, Jacopo Vannetti e Giuseppe Saponaro, che un anno fa fondarono Jusp sull’idea di migliorare i dispositivi degli unici due concorrenti presenti sul mercato, uno americano e uno svedese. Il primo, però, legge solo le carte a banda magnetica, il secondo funziona solo sull’Iphone; e nessuno dei due consente di digitare il Pin del Pagobancomat. Jusp è invece una sorta di soluzione finale: compatibile con ogni carta emessa nel mondo, compatibile con ogni tipo di cellulare di ultima generazione innestandosi nel jack audio che è standardizzato per tutti i modelli". Stefano Calderano di Jusp spiega: "I Pos tradizionali oltre che voluminosi, sono anche molto costosi. Le banche li forniscono con un canone annuo di almeno 240 euro più eventuali commissioni e si giustificano quindi soltanto oltre un certo livello di transazioni annue. Noi invece forniremo l’hardware gratuitamente, chiedendo solo una commissione su ogni transazione. Insomma, si paga a consumo". Nelle intenzioni di Jusp i potenziali clienti sono centinaia di migliaia: tassisti, piccoli artigiani, ambulanti, baristi e professionisti. "Non solo italiani, tant’è vero che la neonata società ha già programmato l’espansione all’estero entro il prossimo anno". Ancora Calderano: "Stiamo consegnando i primi 200 esemplari gratuitamente per testare il servizio e ottenere le certificazioni di legge. In autunno, però, saremo già sul mercato grazie all’accordo firmato con una grande banca".
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