Per arginare il mercato nero e aumentare il bilancio statale, il Ministero delle Finanze russo sta cercando il modo di ridurre il numero delle operazioni in contante nel paese. L'economia nera del paese supera infatti il 30 per cento del Pil. In una lettera al primo ministro Vladimir Putin di settembre 2011, il tedesco Herman Gref, chief executive officer della Sberbank, la più grande banca russa, ha proposto una drastica riduzione nell'uso dei contanti per le transazioni commerciali perché la quantità di denaro di carta e metallo in circolazione nel paese è aumentata rapidamente negli ultimi anni e le sole operazioni di cassa per movimentarlo incidono per circa l'1 per cento del Pil. Nel frattempo, sono effettivamente state introdotte alcune limitazioni ma valide soltanto per i soggetti giuridici. Vladimir Osakovsky, capo economista di Merrill Lynch, ha spiegato che: "L’obiettivo è quello di aumentare la raccolta fiscale effettiva nel paese per migliorare la trasparenza generale dell’economia e ridurre le dimensioni dell’economia sommersa,”. Altri economisti avvertono, invece, che una simile operazione dovrebbe procedere con particolare cautela perché sostengono che la Russia non sia pronta a una transizione accelerata verso i pagamenti con carta. La Russia è, infatti, un paese dove attualmente circa il 20 per cento dei negozi nelle grandi città (fino all'80 per cento in tutto il paese), non accettano carte di credito e molti cittadini russi non hanno nemmeno conti bancari.
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