Le banche fanno troppo poco per aumentare la trasparenza sui conti correnti e garantire un servizio di base a basso costo. In più, se un cliente decide di cambiare istituto, ci sono ancora troppi ostacoli per il trasferimento del conto e scarsa risulta in questo senso la concorrenza tra gli istituti. Questi i rilevi presentati dalla Commissione europea in un documento che ha come obiettivo quello di superare l’autoregolamentazione degli istituti in questo ambito, giudicata insoddisfacente e varare un approccio condiviso in Europa. Come spiega MF: "Uno dei problemi principali, secondo Bruxelles, riguarda la difficoltà nel passaggio da una banca all’altra. Secondo un’indagine attraverso richieste in incognito, è emerso che in otto casi su dieci ci sono state difficoltà nel cambiare istituto. Le informazioni offerte sul trasferimento del conto sono risultate carenti sia via web che allo sportello". Tra le possibili misure, la Commissione ha indicato: "L’introduzione di una lista di commissioni standard e siti web più funzionali per rendere più semplice il confronto tra le offerte. Assieme ai costi classici del conto corrente, dovrebbero essere precisati anche quelli potenziali legati a particolari circostanze. Per questa ragione le banche dovrebbero presentare anche esempi e simulazioni di costo. Infine dovrebbero utilizzare un linguaggio più semplice nelle comunicazioni, utilizzando anche glossari. Bruxelles ha infine chiesto agli istituti di credito di agevolare l’accesso a un conto base, a basso costo, da utilizzare soltanto per le attività più semplici". La Commissione Ue indica l’Italia tra i paesi dove il conto è più costoso con 253 euro all’anno, anche se le cifre sono contestate dall’Abi che tende a ridurle attorno ai 115 euro.
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