Il mercato italiano dell'e-commerce sale del 20 per cento nel 2011 e arriva a 9 miliardi di euro ma solo il 5 per cento delle nostre aziende utilizza questo canale per vendere i propri prodotti, di contro a una media europea del 15 per cento che sale oltre il 30 per cento nei paesi nordici. Spiega Roberto Liscia, presidente del consorzio e-commerce di Netcomm: "Il problema in Italia è che importiamo online merci per un valore di 2,5 miliardi di euro, a fronte di esportazioni per un valore complessivo di poco superiore al miliardo di euro. Il Governo Monti nel quadro dell'Agenda Digitale dovrebbe introdurre al più presto delle agevolazioni per le aziende, defiscalizzando l'export on-line". Perché: "Le aziende europee hanno grandi dimensioni e hanno investito in innovazione. Le imprese italiane, invece, sono per lo più Pmi con scarsa propensione all'adozione di nuove tecnologie e di nuovi canali di vendita". Occorre, quindi, promuovere la diffusione delle carte di credito, di PayPal e del mobile payment anche se manca ancora uno strumento comune, condiviso dal sistema bancario per le transazioni digitali: "Per superare questo ostacolo, stiamo sviluppando con L'Eba (European banking association) una piattaforma comune per il pagamento con addebito diretto sull'home banking, per facilitare il processo di pagamento. È necessario che le banche italiane si adeguino al più presto, puntando sull'home banking per l'e-commerce. Anche perché le carte prepagate, che funzionano bene e sono molto usate in Italia, troppo spesso non vengono riconosciute all'estero".
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