Il denaro esportato legalmente dal nostro paese è valso 2,3 miliardi nel corso del 2010. Un flusso di banconote che per il 75 per cento si è diretto tra Svizzera, San Marino e Lussemburgo. Ma, come spiega Il Sole 24 Ore, "Il trasferimento viaggia sempre di più sui binari dell’illegalità anche attraverso i money transfer e le nuove tecnologie". Uno studio della Guardia di Finanza appena presentato evidenzia come: "Le violazioni accertate dalla GdF nello scorso anno sono state 2.508, vale a dire il 28,9 per cento in più rispetto al 2010, tutti casi in cui lo spostamento del denaro è avvenuto dribblando l’obbligo di dichiarazione valutaria e il limite massimo dei10mila euro trasferibili oltreconfine". Uno dei canali privilegiati è diventato il money transfer, cresciuti da 700 a 35mila punti di contatto in poco tempo e diventato il canale per le rimesse di denaro all’estero. I dati dello studio: "Rilevano che già nel 2009 il 27,5 per cento delle rimesse verso l’estero (1.463 miliardi di euro su 5.325) era stato inviato in Cina. Per il 93,5 per cento provengono da tre sole città: Roma (46,6 per cento), Prato-Firenze (36,2 per cento) e Milano (10,7 per cento)". Le Fiamme gialle hanno evidenziato come gli importi trasferiti siano in gran parte poco al di sotto della soglia consentita (2mila euro) oltre alla quale chi spedisce deve fornire informazioni sull’operazione. "Ma non solo. Una vasta platea di mittenti ha inviato a distanza di poco tempo a soggetti diversi, titolari di differenti conti". Ma non mancano nemmeno i tradizionali “spalloni”: "Il capo del III reparto della Guardia di Finanza ha ricordato che almeno 1.200 imprenditori italiani che operano nelle vicinanze della repubblica di San Marino hanno trasferito ingenti somme nelle banche del Titano".
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