Sulla Stampa, il direttore, Mario Calabresi, risponde a una lettera nella quale si fa riferimento alla crescita del numero dei visitatori nei musei italiani. In particolare, si parla di Pompei come uno dei luoghi museali più visitati in Italia e unicamente in contanti: "Dovremmo avere l’umiltà di rendere presentabili e decenti i patrimoni che presentiamo ogni giorno a milioni di visitatori. Parlo di garantire semplicemente gli standard minimi comuni a tutti i grandi musei del mondo. Pensate che a Pompei, secondo luogo turistico più visitato d’Italia (2 milioni e 300 mila biglietti staccati nel 2011) è possibile pagare l’ingresso solamente in contanti. Pazienza se tu sei cinese, americano o russo e magari devi acquistare dieci biglietti: nessun botteghino accetta bancomat o carte di credito e su ogni ingresso campeggia la scritta che chiarisce la sciatteria dell’Italia: 'Cash Only'. L’ho scoperto a mie spese, avendo deciso di portare le mie figlie a visitare Pompei alla vigilia di Pasqua. Dopo aver notato lo stato di degrado delle strade che portano agli scavi e aver dovuto parcheggiare presso un ristorante (sì, perché i parcheggi sono in gran parte quelli dei locali costruiti tutto intorno al perimetro degli scavi, che ti chiedono di pagare e ti sollecitano anche a consumare), mi sono trovato senza contanti alla cassa. Mi è stato spiegato che avrei dovuto cercare un bancomat, che non esisteva altro modo di pagare. La stessa risposta è stata data a un gruppo di americani allibiti. Ho trovato il bancomat, che era presso un altro ingresso, ho fatto i biglietti (tra l’altro il mio non me l’hanno fatto pagare in quanto i giornalisti entrano gratis) e sono andato all’ufficio delle guide per acquistare una visita. Era chiuso. Un guardiano mi ha spiegato che avrei trovato le guide presso gli ingressi e che avrei potuto contrattare con loro tempi e modi della visita. Mi sono unito a un gruppo che si stava formando e la visita è stata bellissima. Il pagamento però è stato in nero, senza ricevuta né altro. La guida ci ha spiegato che solo il 65 per cento di Pompei è stata riportata alla luce e che addirittura l’ottanta per cento di Ercolano è ancora sotto terra. Immaginatevi cosa sarebbe il più grande parco archeologico del mondo se per questo si facessero investimenti seri".
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