Sembra che dietro il digitale si nasconda, spesso e comunque, una forte dose di analogico, di tradizionale, di fatica fisica. Come racconta il Corriere della Sera, un esempio è quello del centro logistico di Amazon Italia, gigantesco capannone industriale, grande come sei campi di calcio, allungato nelle campagne piacentine di Castel San Giovanni. La multinazionale americana del commercio on-line, che paga le tasse in Lussemburgo, fattura 61,09 miliardi di dollari crescendo del 27 per cento annuo. Quando è arrivata Italia nell’ottobre 2011 ha avviato un piano di espansione che porterà a occupare oltre 1.000 addetti entro il 2016, mentre oggi sono circa 300, per lo più stagionali. "Li chiamano i maratoneti di Amazon, sono centinaia di magazzinieri che lavorano con le scarpe da tennis ai piedi e un contratto in tasca: 8 ore al giorno, cinque giorni a settimana, circa 1.050 euro al mese e quel certo numero di pacchi da spostare da una corsia all’altra, in un tempo prestabilito. Il che corrisponde, secondo il giovane magazziniere, ad almeno 10 chilometri al giorno". Dieci chilometri veri, analogici, da percorrere con uno scanner in mano: "I responsabili sanno quello che hai fatto e quanto ci hai messo. Se non rispetti i tempi previsti, sul display dello scanner arriva un messaggio: devi andare più veloce. Se sbagli collocazioni, dopo 5 errori vieni richiamato".
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