A luglio di quest'anno si è parlato (anche se nemmeno troppo) di un accordo extragiudiziale che negli Stati Uniti ha chiuso un contenzioso avviato da oltre sette anni. Sette milioni di commercianti americani contro Visa, Mastercard e un gruppo di big bank. Come spiega Il Sole 24 Ore: "L’accusa dei commercianti è che venivano applicati commissioni troppo elevate, in media pari al 2 per cento, sul prezzo di acquisto di un prodotto pagato con carta di credito. Commissioni che hanno generato introiti annui per 40 miliardi di dollari in favore delle banche statunitensi". L'accordo extragiudiziale, secondo quanto scrive l’agenzia Bloomberg, ha portato a un risarcimento di almeno 7,25 miliardi di dollari: 4,4 pagati da Visa, 790 da MasterCard e il resto da alcune grosse banche. L’accordo ha previsto anche uno sconto temporaneo di otto mesi di circa un decimo di punto percentuale sulle tariffe applicate ai rivenditori. L'operazione, che vale solo per le carte di credito (no bancomat) dovrebbe venire approvato dalla Corte distrettuale degli Usa entro fine anno o a inizio 2013 e verrà applicato in tutti gli Stati Usa tranne dieci tra cui New York, California e Texas che hanno leggi che proibiscono sovrapprezzi. Resta un aspetto un po' inquietante che si nasconde nelle pieghe della transazione: i circuiti di pagamento hanno forzatamente aderito all’abolizione di una regola che fino a oggi ha impedito la richiesta di una commissione aggiuntiva da parte del commerciante al cliente. Si parte dalla considerazione che i commercianti pagano le cosiddette spese di swipe (strisciata): una commissione di interscambio che serve a coprire le spese del trattamento della carta, il rischio di frode e il costo del fornitura dei fondi mentre il pagamento è in sospeso. Si parla di una percentuale che oscilla tra l’1,5 e il 3 per cento dell’importo transato. Visa e MasterCard hanno a lungo vietato ai commercianti l'applicazione di supplementi "personali" ma, dal momento in cui la Corte distrettuale approverà la transazione, come ha scritto anche il Wall Street Journal: "Non stupitevi se il negoziante, il dottore o il ristoratore in futuro vi chiederanno di pagare un extra del 2,5-3 per cento nel caso usiate una carta di credito". Nulla vieta, a qusta stregua, che un commerciante possa tirare su i prezzi con carta solo perché tracciabili e, come tali, da penalizzare a discapito del cash. È fuori di dubbio che le questioni legate alle commissioni di interscambio e alla catena dei costi tra operatori vadano discusse in modo sempre più ampio e sovranazionale, senza dimenticare che la libera concorrenza non dovrebbe essere considerata esclusivamente come una libertà individuale di sollevare i prezzi.
L’articolo Paghi il panino con la carta? il commerciante ci carica l'extra… sembra essere il primo su War on Cash.

Eventuali aggiornamenti...